martedì 4 dicembre 2012
L'INSOSTENIBILE CONDIZIONE DEI MIGRANTI NELLA PIANA DI GIOIA TAURO
La
condizione dei cittadini immigrati nella Piana di Gioia Tauro, e
specificamente, della popolazione che vive nella tendopoli collocata nel
territorio di San Ferdinando, ha raggiunto livelli tali da paese non
civile, una bomba pronta a detonare ed a fare rumore in tutto il
territorio pianigiano, oltre che nelle coscienze di quanti ritengono sia
necessario intervenire per poi rifugiarsi dietro la “cronica” mancanza
di risorse.
Centinaia e centinaia di immigrati ammassati nel campo
allestito l'anno passato per una capienza di circa 250 posti, con tanto
di inaugurazione alla presenza del Presidente della Regione Scopelliti,
stanno provocando un serio problema igienico sanitario, oltre a generare
un senso di sdegno in ogni persona che s'imbatta in quella che è già
diventata una vera e propria bidonville: bagni sporchi e non
sufficienti, poca acqua e quasi sempre non riscaldata, poco cibo,
scarsità dei beni di prima necessità. Questi migranti però svolgono nel
nostro Paese un ruolo fondamentale, impegnati in lavori "scomodi" e
sottopagati, sfruttati per dare una spinta al carente sistema agricolo
locale, lavoratori infaticabili ed oggi insostituibili per la “macchina
dello sfruttamento” che è la produzione agricola italiana, vittime della
grande distribuzione e di politiche di settore che hanno svenduto
all'altare dell'Europa mano a mano le nostre migliori produzioni. Alla
luce di quanto accaduto negli anni passati si era deciso comunque di
intervenire, gli enti preposti con a capo la Regione e la Prefettura,
intervenendo con l'abbattimento dei luoghi della vergogna e con
l'allestimento della tendopoli di San Ferdinando, avevano iniziato un
percorso quanto meno di umanizzazione della questione, che per noi ha
radici precise nella logica del capitalismo sfrenato che indica ai
proprietari solamente la direzione dello sfruttamento e di conseguenza
una tratta di esseri umani, spesso di colore come nei secoli passati,
asserviti alle merci ed al libero mercato. Oggi, nonostante gli appelli
lanciati prima della consistente e prevedibile presenza di oggi,
nonostante l'insostituibile lavoro di volontari come quelli impegnati
nella scuola d'italiano “Markus Kante”, da poco ripartita tra mille
difficoltà, e l'organizzazione di iniziative volte a squarciare il velo
d'ipocrisia di questa immane tragedia umana come quelle
dell'associazione multiculturale AfriCalabria od all'azione svolta
tramite la campagna SOS Rosarno od anche a quelle promosse dalla CGIL,
oggi nel silenzio e nell'indifferenza generale soprattutto della Regione
Calabria, gli immigrati vivono e precipitano sempre più verso una
condizione disumana. Facciamo appello affinchè le istituzioni competenti
possano prendere a cuore tale situazione; invitiamo il Ministero degli
Interni a mettere a disposizione le risorse (non tante, tra l'altro)
utili a "tamponare" la difficile situazione. Rifondazione Comunista, con
i suoi militanti, è impegnata nell'emergenza e lancia un appello a chi è
disposto a dare il proprio contributo per questa causa: c'è sempre più
stringente necessità di cibo, vestiario, brande e/o materassi, c'è
l'esigenza di fare avvertire la presenza solidale degli italiani, c'è la
necessità di evitare che la Piana sopporti un'ulteriore vergogna.
Il Segretario Provinciale Prc
Flavio Loria
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