lunedì 20 luglio 2009

ARTICOLO LA RIVIERA DEL 19/07/09

DALLA "RIVIERA" DI DOMENICA 19 LUGLIO 09
ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “GLI AFRICANI SALVERANNO ROSARNO” L’ASSESSORE CONIA INVITA ALLA DISOBBEDIENZA CIVILE

Gli africani salveranno Rosarno e l’Italia? Non lo sappiamo. Di sicuro l’Italia, con la Lega al governo e la politica dei respingimenti, non salverà gli africani.Alla presentazione del libro di Antonello Mangano non potevano mancare Mimmo Lucano, sindaco di Riace, e Valentina Loiero, che del libro ha curato la prefazione, perché le loro storie e il loro impegno incrociano spesso i migranti. Questa volta è il comune di Cinquefrondi, grazie all’assessore alle politiche sociali Michele Conia, ad avere organizzato un dibattito con tanto di proiezione. Proiezione di un video su quegli uomini e quelle donne che per necessità cercano di sopravvivere andandosene dalla loro terra, sul loro doloroso viaggio, racconti del deserto, della Libia, della traversata in mare, della fame e della sete, delle paure e delle aspettative che si scontrano con una realtà diversa dai sogni e dai desideri. Per Blessing, nigeriana che guarda il video seduta di fianco a me e che legge i sottotitoli in inglese, niente di nuovo, tutto già visto, tutto già vissuto, tutto passato, per fortuna. Anche se magari dovrà ripeterlo di nuovo visto che in Italia non la vogliono, non le hanno riconosciuto nessuna protezione, presto sarà clandestina. E se è vero che la fortuna aiuta gli audaci è altrettanto vero che non sempre si può avere fortuna. E in quei viaggi della speranza che diventano presto viaggi della disperazione si muore.Il video fa parlare migranti regolari, con tanto di permesso di soggiorno valido, che vivono sotto gli alberi in condizioni pietose e che chiedono una “real life”, una vita vera. Il giornalista Gatti, quello che ha svelato le condizioni di (non) vita nei cpt, propone uno sciopero. Uno sciopero degli invisibili che in realtà fanno girare la nostra economia, raccolgono i nostri pomodori e le nostre patate, costruiscono le nostre case, accudiscono i nostri anziani e i nostri disabili. Se scioperassero si renderebbero visibili, il paese si bloccherebbe e capiremmo quanto abbiamo bisogno dei migranti. Capiremmo quanto siamo ipocriti.L’assessore Conia parla poi della vergogna del pacchetto sicurezza che introduce il reato di clandestinità e invita alla disobbedienza, al non rispetto di una legge ingiusta. I discorsi dell’autore, di Valentina Loiero e del sindaco di Riace sono tesi a fare riflettere sulla condizione dei migranti, su come è incredibile che proprio un popolo che ha conosciuto così bene l’emigrazione e i suoi drammi oggi si scopra ferocemente insensibile nei confronti dei nuovi schiavi. Lucano si augurava che il Presidente della Repubblica non firmasse il decreto sicurezza che invece nel frattempo è stato promulgato per la gioia dei leghisti duri e puri e per la pena e la rabbia di tutti coloro che continuano a credere che nessun uomo è clandestino. Quindi, disobbediamo!

Giovanni Maiolo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Su molti giornali on line, c’è un sondaggio, che chiede ai lettori, se sia il caso o meno che il presidente del consiglio, riferisca alle camere, sulle vicende della sua camera. Personalmente penso di no. L’unica cosa che questo essere dovrebbe fare, sarebbe dimettersi ed esiliarsi ad Antigua, magari scappando notte tempo, avvolto dalle tenebre e senza alcun clamore.

Non penso nemmeno più che sia un problema di destra, di sinistra o di centro. È un problema e basta. Tempo fa, qualcuno sollevò il dubbio sulla possibilità che, data la condotta di vita dissoluta di quest’essere, esso potesse essere ricattabile. Non ci furono risposte soddisfacenti in merito, nemmeno quella che principalmente dovrebbe saltare agli occhi di chiunque guardi alle cose italiane con un minimo di senso critico. Non solo esso è ricattabile, ma ricattato. Come altro potrebbe spiegarsi il potere decisionale e antidemocratico, che la lega ha in Italia?

Ma la ricattabilità o il ricatto non sembrano essere un problema, perché ormai questo popolo di caproni non è nemmeno in grado di comprendere quando è preso per il naso da gente come il sindaco di Milano, che vara un’ordinanza senza forse nemmeno sapere che esiste la legge n. 125 del 30 marzo 2001, e successive disposizioni in materia; o dallo stato stesso quando vara un decreto sicurezza che soddisfa molti. I tanti che non riescono a porsi il problema, per esempio, di un bambino che nasce in suolo italiano, e che mai di questo stato potrà essere cittadino. E tante altre piccole facezie, come l’aver instillato nel cittadino così tanta paura d’essere rapinato, ucciso, o violentato, che ci si ammazza tra fratelli, solo perché si è vista un’ombra fuori della propria casa, o che portano un vecchio terrorizzato si barrichi in casa e uccida un carabiniere.

Deve dimettersi e fuggire, prima che qualcuno si svegli e comprenda che in certi momenti non è un problema essere ricchi, ma oltraggiare il popolo con la propria ricchezza, in un modo assai più volgare e violento di quanto accada nelle famigerate repubbliche delle banane. Non si tratta più della ricchezza o delle perversioni di un privato cittadino arricchito, ma si tratta del capo di un governo che non governa, ma cede il potere ai servi che lo tengono incollato al vertice della catena di comando.

Avrebbe dovuto dimettersi prima ancora di allestire il ricco spettacolo – lustrini e paillettes – del G8, di cui è difficile conoscere costi reali, ma di cui è facilissimo stilare il bilancio perdite e profitti, dato che spente le luci, l’Aquila è tornata in mano ai soliti volenterosi volontari, e un sindaco che non riesce a farsi ascoltare nemmeno quando minaccia di dimettersi e di abbandonare. Perché la sua voce resta sulle cronache dei giornali per un giorno solo, mentre l’uomo dello stato, l’uomo del governo imperversa con i titoloni e le prime pagine, sempre e solo dedicate a quel poco che resta dentro le sue mutande.

Rita Pani (APOLIDE)