In questi mesi Tremonti ha detto che era necessario scegliere: o i diritti o il lavoro. Noi siamo in piazza perché pensiamo il contrario di Tremonti: il lavoro o ha diritti o è schiavismo, imbarbarimento sociale. Pensiamo che diritti e lavoro siano uniti per una elementare questione di giustizia sociale. Pensiamo anche che l’unità tra diritti e lavoro sia l’unica strada attraverso cui uscire dalla crisi. Per anni ci hanno raccontato che occorreva fare sacrifici, abolire la scala mobile, accettare la precarietà e questo avrebbe reso l’azienda Italia più competitiva. Abbiamo visto che è vero il contrario: più scendono i salari, più il lavoro è svalorizzato, meno la gente ha soldi, più si distrugge l’ambiente e più la crisi si approfondisce. Più si privatizza e meno lavoro c’è. Più i ricchi diventano ricchi e più i lavoratori diventano poveri.Con questa manifestazione vogliamo dire basta: basta a Berlusconi ma basta anche a Marchionne perché l’attacco alla Costituzione e allo stato sociale sono semplicemente l’altra faccia della medaglia dell’attacco al Contratto nazionale di lavoro. Il nostro obiettivo è quello di cacciare Berlusconi e di sconfiggere Marchionne. Abbiamo imparato sulle nostre spalle che non basta sconfiggere Berlusconi per sconfiggere anche la linea di Confindustria, i padroni hanno molti amici anche nel centrosinistra. Per questo mentre proponiamo a tutte le forze di opposizione di costruire un fronte democratico per cacciare Berlusconi, riteniamo necessario costruire una mobilitazione sociale e un progetto politico che si ponga chiaramente l’obiettivo dell’alternativa, di sconfiggere le politiche neoliberiste. Senza se e senza ma.Per farlo serve l’unità del mondo del lavoro. Questa unità è minata dall’azione dei sindacati “complici” che scrivono gli accordi sotto dettatura. La manifestazione di oggi è però un passo in avanti perché oggi in piazza attorno agli operai e alle operaie metalmeccaniche ci siamo tanti altri: dai precari della scuola ai lavoratori di tante altre categorie a quel popolo della sinistra che ha colto l’occasione della manifestazione indetta dalla Fiom per scendere in piazza a dire la sua. Si tratta allora di far continuare questa manifestazione nei prossimi giorni. Occorre costruire sui territori Comitati promossi da tutti coloro che hanno lavorato per la riuscita della manifestazione al fine di proseguire la mobilitazione. Dopo Genova, nel 2001, nacquero i Social Forum. Facciamo oggi nascere i Comitati 16 ottobre in tutte le città e utilizziamoli per costruire iniziativa politica unitaria, dal basso. Per cacciare Berlusconi, per formare Marchionne, non basta una mobilitazione, occorre costruire un movimento politico di massa nel paese. Facciamolo a partire dalle forze e dalla forza che c’è in piazza oggi.Per costruire l’alternativa serve l’unità della sinistra. Per questo proponiamo a tutte le forze di sinistra che sono presenti alla manifestazioni di oggi di aprire un confronto programmatico per costruire una piattaforma comune. Una piattaforma su cui costruire iniziativa, con cui confrontarsi nel paese e incalzare il PD. Una piattaforma che rompa con l’interclassismo dilagante tra i partiti, che fa si che oggi il lavoro non abbia alcuna rappresentanza politica. Noi della Federazione della Sinistra riteniamo necessario ricostruire una rappresentanza del lavoro. Il nodo è proprio questo: in una situazione in cui il neoliberismo ha prodotto tanti danni ma è ancora il pensiero dominante e accettato come naturale, per fermare l’attacco dell’avversario bisogna costruire un punto di vista alternativo, una altra visione del mondo. L’unità della sinistra si può e si deve allora costruire a partire da un punto di vista autonomo dai poteri forti che sappia dire la parola fine al neoliberismo e si schieri dalla parti dei lavoratori e delle lavoratrici. Sempre

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