I due Guerrieri resteranno a Reggio, nella loro sede naturale del Museo della Magna Grecia, come chiedevano il “Comitato contro l’invio dei Bronzi al G8” e le migliaia di cittadini che hanno preso parte alle manifestazioni e sostenuto la petizione popolare contro questo tentativo di scippo. Non saranno imballati e spediti alla volta dell’Abruzzo perché, come è stato sostenuto in numerosi sit-in, fiaccolate e note stampa, ingenti sarebbero stati i rischi per l’incolumità dei Bronzi, troppo fragili e provati dal tempo per affrontare un’avventura del genere. Ed esorbitanti sarebbero stati i costi della macchina organizzativa, a fronte di incerti ed improbabili ritorni d’immagine per Reggio e la Calabria.
Si tratta di un motivo di gioia, di una vittoria, per chi ha avuto il coraggio di esprimere il proprio dissenso e scendere in piazza contro la sciagurata prospettiva dei “Bronzi viaggiatori”. Non è stato facile sfidare il partito trasversale dei “due Peppe”, le diserzioni e i passaggi di campo di numerose associazioni culturali e forze sociali, i silenzi complici di settori importanti dell’intellighenzia, ma l’epilogo di questa vicenda ripaga tutti gli sforzi profusi e le offese subite.
E’ una vittoria che consideriamo patrimonio di tutta la città e degli amanti dell’arte, come lo è stata negli anni addietro quella che ha impedito la clonazione dei due Guerrieri. Ma nessuno si beerà sugli allori, incorniciando le memorabili immagini delle lotte sostenute ed archiviando la “questione Bronzi” fino alla prossima minaccia esterna, al prossimo Chiaravalloti o Bondi. L’impegno in difesa di questi simboli della collettività reggina non finisce qui. Non può finire, perché, sventato il rischio del trasbordo coatto, resta un’amena realtà di oblio con cui i Bronzi devono convivere da più di un decennio, contrassegnata dall’insufficiente valorizzazione degli stessi come strumento per la crescita turistica, sociale e culturale di Reggio e dalla progressiva “moria” di visitatori del Museo della Magna Grecia.
Non cesseranno qui le azioni del Comitato che abbiamo messi in piedi per rispondere alla provocazione del Governo. Ma siamo consapevoli che, preso atto del nuovo contesto, questo debba mutare modalità di lotta, obiettivi e finanche denominazione, compiendo un salto in avanti, passando dalla protesta alla proposta. Abbiamo già provveduto a riadattare il gruppo su Facebook, grazie al quale abbiamo lanciato la mobilitazione e coordinato le iniziative, che d’ora in avanti si chiamerà: “Per la valorizzazione dei Bronzi di Riace nel Museo della Magna Grecia”. Sarà lo stesso nome che proporremo per il Comitato durante la prossima riunione organizzativa, durante la quale rafforzeremo i legami con i soggetti con cui abbiamo lavorato fianco a fianco in questi mesi, ma anche porgeremo la mano a chi non ha preso parte a questa battaglia oppure, in buona fede e non per piaggeria, si è schierato dall’altra parte, magari perché convinto di fare del bene alla città e ai Bronzi. Siamo pronti a interloquire con chiunque e a sommare le nostre proposte con le altre formulate per valorizzare i Guerrieri, il Museo della Magna Grecia e la nostra città. Faremo sentire la nostra voce e la nostra piattaforma al Ministero dei Beni Culturali, alla Regione Calabria, la Soprintendenza, la Provincia e il Comune di Reggio, agli attori che in un modo o nell’altro hanno preso parte a questa contesa e dai quali dipende, a vario titolo, il futuro dei Bronzi. Però, al contempo, tutti sappiano che la proverbiale “ascia di guerra” è nascosta in un luogo ben sicuro, pronta per essere dissotterrata davanti a nuovi attacchi.
9 commenti:
Quindi le vacanze in campeggio finiranno a Settembre, tutti fuori dalle tende. Tutti a casa. Ricordiamoci di questo. Deve essere stato bello sentirselo dire all’Aquila proprio oggi, mentre la terra tremava, mentre la gente ancora una volta scappava fuori da casa. Le scene della rappresentazione teatrale del G8 sono quasi pronte, tutto sembra perfetto. Tutto deve assolutamente apparire perfetto, per questo ultimo show del più grande megalomane maniaco che la storia – purtroppo – ricorderà.
I numeri (euro) di questo G8 iniziano piano, piano a venire in superficie grazie a Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace: 400 milioni di euro, senza considerare le spese per i vari vertici tematici di cui ad oggi non si conosce ancora l’entità. Ci sarebbero anche da considerare i fondi Fas utilizzati anziché per le finalità per le quali vengono stanziati, per restaurare l’arsenale della Maddalena, che resterà molto probabilmente inutilizzata, o ceduta in seguito per utilizzo commerciale (sic!)
Oggi il messia è apparso per la sedicesima volta in Abruzzo, ma senza squilli di trombe e senza bagni di folla, e così rintanato nella caserma di Coppito, ormai abitata da uomini dei servizi segreti di mezzo mondo, ha potuto regalarci un bel po’ di minchiate cosmiche, senza nemmeno correre il rischio di essere linciato da quella folla che “vive il clima positivo delle tendopoli, mangiando tre pasti al giorno, e avendo l’area giochi”, e che il governo pensa di mandare in vacanza durante questa estate. Soprattutto però, il millantatore del consiglio ha ribadito che "entro settembre nessuno dormirà più in tenda, con una differenza sostanziale rispetto ad altri terremoti che hanno colpito l'Italia"
Ora gira voce che le aree già espropriate per la costruzione delle piattaforme antisismiche, non siano state ritenute idonee geologicamente, nelle aree di Monticchio, Pianola, Roio Piano, Assergi (epicentro delle 5 scosse odierne) e Paganica. Aspettiamo di vedere se e quando questa notizia sarà divulgata, e soprattutto aspettiamo pazientemente settembre. Ho idea che andrà esattamente come la riapertura del centro storico: 50 metri di propaganda illustrata in pompa magna. D’altronde siamo in Italia, il paese specializzato in pose delle prime e ultime pietre, dei ponti sul nulla, delle strade che si interrompono davanti a monti, case, o palazzi.
Sì è vero che ci sono differenze sostanziali tra questo terremoto e gli altri. Sebbene io non abbia mai provato troppa simpatia per Romano Prodi, devo riconoscergli il merito di aver trattato con rispetto le persone che si trovarono colpite dal sisma in Umbria e nelle Marche. L’esempio che ho fatto l’altro giorno sulla sospensione dei pagamenti e sconto dell’ Irpef e potrebbe bastare.
Il resto delle sparate del predemente le potrete trovare qui. Notevole quella sulla crisi economica che galoppa a soluzione. E comunque, secondo me è vero: questo tizio porta sfiga.
Rita Pani (APOLIDE)
io manderei i bronzi e fgattuso pure. qui serve il lavoro, siamo nella m....
ma michela possibile che tu abbia sempre questo tono da maestrina?
Carissime/i utenti di questo blog,nonostante mi sembri inopportuno scadere in polemiche che attengono alle persone che scrivono e così dialogano in questo spazio gestito dal KOR-PRC di Cinquefrondi,mi sembra giusto continuare nella linea scelta all'origine di dare ampia disponibilità a pubblicare (quasi) ogni commento che non rechi offese ad alcuno.Resto convinto che da questa linea derivi la fortuna del blog,ma mi corre l'obbligo di ammonire coloro i quali tentano di usare in maniera distorta la "libertà di poterlo comunque fare":in questo senso non mi piace ciò che ha coinvolto e coinvolge Michela,la quale esprime le proprie impressioni e valutazioni in maniera libera e critica per come Ella è e per come noi la vogliamo.Un grazie comunque a tutti quelli che animano le discussioni e ci danno la possibilità di proporre un confronto duro,quindi,efficace;libero ma corretto.
ahahah sei bravo nel volermi provocare comunque,forse sai anche benissimo che ci casco e sai anche su cosa.Ma ti ringrazio perchè mi stai aiutando a capire.Tornando a Cinquefrondi,sono contanta per come sia iniziata la nostra estate,dedicare un mese allo sport la ritengo una scelta giusta,lo sport aggrega e crea spirito di squadra...finalmente i giovani di cinquefrondi per un motivo o per un altro parteciperanno a rendere attivo il paese.Michela Tripodi
Credo che questa sia una grande vittaria, è difficile ottenere una vittoria sotto un governo pseudo-dittatoriale come quello odierno, ma la tencia dei comunisti che hanno lottato all'interno del movimento contro il trasferimento dei bronzi ha reso possibile ciò sottolineando che il nostro impegno è indispensabile contro l'attuale sisterma che non va. sottolineo inoltre che questo risultato è altresì importante perchè dietro la proposta del trasferimento dei bronzi, a mio avviso, era celato un disegno più grande: quello di derubare le regioni più povere come la calabria dei suoi unici tesori.
Riporto integralmente dalla pagina creata sul social network Ning. L’appello è opera di Alessandro Gilioli, Guido Scorza e Enzo Di Frenna. Aderisci scrivendo a dirittoallarete@gmail.com , ma puoi anche pubblicare il banner sul tuo sito (foto qui) o postando testi sulla pagina dell’iniziativa.
Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un susseguirsi di iniziative legislative apparentemente estemporanee e dettate dalla fantasia dei singoli parlamentari ma collegate tra loro da una linea di continuità: la volontà della politica di soffocare ogni giorno di più la Rete come strumento di diffusione e di condivisione libera dell’informazione e del sapere.
Le disposizioni contenute nel Decreto Alfano sulle intercettazioni rientrano all’interno di questa offensiva.
Il cosiddetto “obbligo di rettifica“ imposto al gestore di qualsiasi sito informatico (dai blog ai social network come Facebook e Twitter fino a …. ) appare chiaramente come un pretesto, un alibi. I suoi effetti infatti - in termini di burocratizzazione della Rete, di complessità di gestione dell’obbligo in questione, di sanzioni pesantissime per gli utenti - rendono il decreto una nuova legge ammazza-internet.
Rispetto ai tentativi precedenti questo è perfino più insidioso e furbesco, perché anziché censurare direttamente i siti e i blog li mette in condizione di non pubblicare più o di pubblicare molto meno, con una norma che si nasconde dietro una falsa apparenza di responsabilizzazione ma che in realtà ha lo scopo di rendere la vita impossibile a blogger e utenti di siti di condivisione.
I blogger sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c’è alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i “citizen journalist“ se questi non aderiscono alla tortuosa e burocratica imposizione prevista nel Decreto Alfano.
La pluralità dell’informazione, non importa se via internet, sui giornali, attraverso le radio o le tv o qualsiasi altro mezzo, costituisce uno dei diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino e, probabilmente, quello al quale sono più direttamente connesse la libertà e la democrazia.
Con il Decreto Alfano siamo di fronte a un attacco alla libertà di di tutti i media, dal grande giornale al più piccolo blog.
Per questo chiediamo ai blog e ai siti italiani di fare una giornata di silenzio, con un logo che ne spiega le ragioni, nel giorno in cui anche i giornali e le tv tacciono. E’ un segnale di tutti quelli che fanno comunicazione che, insieme, dicono al potere: “Non vogliamo farci imbavagliare”.
Invitiamo quindi tutti i cittadini che hanno un blog o un sito a pubblicare il 14 luglio prossimo questo logo e a tenerlo esposto per l’intera giornata, con un link a questo manifesto. - scarica il banner.jpg
Non si tratta di difendere la stampa, la tv, la radio, i giornalisti o la Rete ma di difendere con fermezza la libertà di informazione e con questa il futuro della nostra democrazia.
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Michael Jackson doveva morire perché si venisse a sapere che si era sbiancato non perché era un razzista che non sopportava il nero della sua pelle da afroamericano, ma perché era malato di vitiligine.
Perché si scoprisse che le due accuse di pedofilia che lo hanno portato a subire un processo - che lo proclamò innocente - erano completamente inventate: una dal padre di un bambino assiduo frequentatore di "Neverland" - il ranch delle meraviglie del Re del Pop - che intravide nell'accusa la possibilità di arricchirsi; l'altra da suoi dipendenti che si ritenevano licenziati ingiustamente.
Perché si sapesse di tutta la beneficenza che faceva, che le violenze e gli abusi subiti nell'infanzia non lo avevano reso un uomo peggiore.
Perché si venisse a sapere della sua solitudine: 7 tra fratelli e sorelle e un padre e una madre ancora in vita, eppure nessuno che cercasse di difenderlo, che lo proteggesse dalla violenza dei media, da quella ancora più atroce di medici criminali assoldati da case discografiche affamate di profitto perché lo tenessero in piedi anche quando non ce la faceva più, dimostrando che non c'è limite alla spregiudicatezza dell'animo umano, quando questo è alimentato solo dall'egoismo e dall'odio.
Quello che resta, adesso, è una sensazione di sconfitta. Nessuno è riuscito a salvaguardare il tesoro di umanità e talento che Michael Jackson aveva in sé. Non tutti siamo così forti da essere in grado di farcela da soli.
In questa storia, abbiamo perso tutti.
L'unico che ne esce vincente, malgrado tutto il dolore, è solo lui.
Al diavolo i maligni, lui resterà sempre il Re del Pop.
Il presidente Napolitano, a margine dell’incontro col suo omologo cinese, ha fatto sapere di aver posto l’accento sul problema dei diritti umani in Cina. Credo che se rispettosamente, in risposta, gli avesse chiesto: “E me lo vieni a dire proprio tu?” non ci sarebbe stato nulla di strano.
Che ne è dei diritti umani in uno stato in cui 21 cittadini vengono arrestati preventivamente? E che ne è dei diritti umani in uno stato incapace di trattare ogni uomo come un essere umano, legalizzando il razzismo, punendo il clandestino (sempre ché non ci pulisca casa o il culo di nonno; sempre che non sia una ragazzina alla quale far indossare l’abito di babbo natale).
La propaganda di regime oggi mostrava i muscoli dell’Italia, misurando l’immenso spiegamento di forze, e mezzi a garantire la “sicurezza” di tanti illustri ospiti. Aerei, blindati, batterie di missili, un aeroporto nuovo di zecca, strade asfaltate, e persino l’aiuola di benvenuto con tutti i fiori. La propaganda di regime ci ha detto quali e quanti obiettivi sono controllati da carabinieri, polizia, finanza (che per la festa mette la casa). Ci parlavano con orgoglio di una città blindata, di varchi e checkpoint, di pass riservati. (A noi bastano le ronde e i vigili urbani)
Non ci ha detto però che per fare le prove, ieri sera, ad una fiaccolata organizzata dai terremotati, con alla testa della processione (che corteo mi sembra strano) i familiari delle vittime, dei ragazzi morti nella casa dello studente, hanno partecipato anche le forze dell’ordine con tanto di elmetti e scudi, e che il silenzio che accompagnava il lento scorrere del dolore di quella gente, è stato rotto solo dagli elicotteri che “sorvegliavano” dall’alto la città.
È davvero fantastico sapere che agli Aquilani resteranno le orribili poltrone in cui i grandissimi poseranno le loro chiappe a riposare, al termine di estenuanti giornate di inutile chiacchiericcio, nelle quali, ci diranno, il mondo ha fatto un passo avanti, verso il clima, la fame, il lavoro e l’economia. Noi ascolteremo sapendo che sono solo una montagna di fetide balle trite e ritrite. E noi italiani un po’ più degli altri, perché noi sappiamo che questo governo, per esempio, a differenza di altri, ha diminuito i fondi per gli aiuti al terzo mondo, e non ha nemmeno pagato quelli che aveva promesso.
Questa farsa finirà. L’asfalto gettato in tutta fretta nelle strade dove passeranno le auto blu si creperà alla prima pioggia, l’aeroporto di Preturo chiuderà e le ragnatele offuscheranno il bagliore e il luccichio di vetri e pavimenti. Resterà il ricordo della più fantasmagorica operazione di make up che l’Italia abbia mai visto. Molto meglio di quell’altro stronzo che per dimostrare di avere un popolo ben nutrito faceva spostare le mandrie. I 21 arrestati preventivamente, torneranno liberi e senza nemmeno un bigliettino di scuse. Tanto avevano una kefiah e quindi sono terroristi.
Rita Pani (APOLIDE)
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