giovedì 14 maggio 2009
Comunità montana di Cinquefrondi, dipendenti senza stipendio da tre mesi. Rifondazione comunista sollecita l’accreditamento delle risorse
Nino De Gaetano e Michele Conia: si rischia il blocco di ogni attività
“L’accorata denuncia dei lavoratori di Cinquefrondi fotografa perfettamente la drammatica situazione in cui sono sprofondate negli ultimi mesi le Comunità montane calabresi, tra risorse non accreditate, lungaggini burocratiche ed incertezze per il futuro. Proseguire così non è più possibile. Per Rifondazione comunista è arrivato il momento che le istituzioni preposte forniscano ai dipendenti degli enti montani risposte chiare, evitando altri inaccettabili rimpalli di responsabilità”. E’ quanto dichiarano in una nota congiunta il segretario regionale del Prc, Nino De Gaetano e il presidente del Consiglio della Comunità montana di Cinquefrondi, Michele Conia. “Facciamo nostre – aggiungono De Gaetano e Conia - le giuste richieste dei 14 dipendenti costretti a sopportare da tre mesi una difficile situazione economica per il mancato accreditamento delle risorse finanziarie da parte della Regione. La crisi di bilancio nell’ente di Cinquefrondi, però, non è un’eccezione. Nelle stesse difficoltà, infatti, versano tutte le Comunità montane calabresi e presto la vertenza della Piana di Gioia Tauro rischia di estendersi a macchia d’olio con il conseguente blocco di ogni attività”. “La Regione Calabria – proseguono De Gaetano e Conia - non può più rinviare la questione, prolungando il disagio, già inaccettabile, di questi lavoratori e delle loro famiglie: le mensilità arretrate vanno accreditate con urgenza, spazzando via l’insopportabile senso di incertezza che si vive all’interno degli enti montani calabresi. Nell’attesa di una soluzione tempestiva della vertenza il partito della Rifondazione comunista garantirà comunque ai 14 dipendenti della Comunità montana di Cinquefrondi sostegno concreto nelle iniziative che intenderanno assumere per tutelare i propri diritti”.
Reggio Calabria, 14 maggio 2009
“L’accorata denuncia dei lavoratori di Cinquefrondi fotografa perfettamente la drammatica situazione in cui sono sprofondate negli ultimi mesi le Comunità montane calabresi, tra risorse non accreditate, lungaggini burocratiche ed incertezze per il futuro. Proseguire così non è più possibile. Per Rifondazione comunista è arrivato il momento che le istituzioni preposte forniscano ai dipendenti degli enti montani risposte chiare, evitando altri inaccettabili rimpalli di responsabilità”. E’ quanto dichiarano in una nota congiunta il segretario regionale del Prc, Nino De Gaetano e il presidente del Consiglio della Comunità montana di Cinquefrondi, Michele Conia. “Facciamo nostre – aggiungono De Gaetano e Conia - le giuste richieste dei 14 dipendenti costretti a sopportare da tre mesi una difficile situazione economica per il mancato accreditamento delle risorse finanziarie da parte della Regione. La crisi di bilancio nell’ente di Cinquefrondi, però, non è un’eccezione. Nelle stesse difficoltà, infatti, versano tutte le Comunità montane calabresi e presto la vertenza della Piana di Gioia Tauro rischia di estendersi a macchia d’olio con il conseguente blocco di ogni attività”. “La Regione Calabria – proseguono De Gaetano e Conia - non può più rinviare la questione, prolungando il disagio, già inaccettabile, di questi lavoratori e delle loro famiglie: le mensilità arretrate vanno accreditate con urgenza, spazzando via l’insopportabile senso di incertezza che si vive all’interno degli enti montani calabresi. Nell’attesa di una soluzione tempestiva della vertenza il partito della Rifondazione comunista garantirà comunque ai 14 dipendenti della Comunità montana di Cinquefrondi sostegno concreto nelle iniziative che intenderanno assumere per tutelare i propri diritti”.
Reggio Calabria, 14 maggio 2009
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4 commenti:
bene michele, sempre dalla parte dei lavoratori bisogna stare, questo è veramente un buon comunicato. Apprezzo
Un partito comunista e di sinistra deve stare sempre dalla parte dei lavoratori.Meno male che qualcuno ancora lo fa.
Pil in caduta libera, meno 5,9%; berlusconi: “segni di miglioramento”. Il dato è il peggiore degli ultimi trent’anni, la crisi galoppa, siamo il peggior paese d’Europa: “governo ottimista”.
Come se, per esempio, un medico circondato dai microfoni che si appresta a leggere il bollettino medico di un malato, ad un tratto dicesse: “il paziente è morto, ma ancora non abbiamo perso le speranze di salvarlo.”
In Spagna un solerte giornalista ha provveduto a censurare la contestazione del Re e dell’Inno nazionale spagnolo, durante una partita di calcio. La TV pubblica ha licenziato il giornalista e si è scusata per l’accaduto con i telespettatori. Altro stato, altra democrazia, altra civiltà.
In Italia, non c’è bisogno di troppa censura, abbiamo già un’ottima mistificazione che raggiunge due scopi ottimali: far credere alla gente che ci sia la libertà, e censurare senza censura. In fondo siamo un popolo di creativi.
C’è un inchiesta che coinvolge bertolaso a Napoli per la mistificazione sulla scomparsa dei rifiuti? Il problema è l’insensibilità dei giudici che “mettono in mezzo” il capo della protezione civile, proprio mentre è impegnato a mistificare la ricostruzione abruzzese.
La dubbia moralità di un uomo vecchio che ama circondarsi di ragazzine anche minorenni? Invidia e odio. (Ma come odio? Non è l’uomo vecchio più amato d’Italia?)
E come non gioire del fatto che finalmente anche l’Italia avrà la sua rivoluzione? “Arriva la rivoluzione brunetta!” Oh! È brunetta, mica quel cazzaro di Che Guevara.
E potrei anche andare avanti, ma che senso avrebbe?
Cari tutti,Berlusconi è un gran parolaio,questa è la verità!!!
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