lunedì 23 novembre 2009

CIAO SANDRO...CI MANCHI

Ciao Curzi. Sembra ieri e invece è già passato un anno e tanta acqua sotto i nostri ponti, ma tu per noi sei rimasto quello.
Sandro. Il “nostro” Sandro. Uno che ci guardava da vicino, ci stava appresso (non solo come direttore), ci spronava e, anche, un po’ ci “garantiva”. Adesso te lo possiamo confessare, nessuno credeva che te ne saresti andato, eri “troppo forte” e del resto anche tu fino all’ultimo hai pensato di farcela. Pelle dura, mica facile a cedere, noi della «vecchia scuola», come ti piaceva dire, per dare la inquadratura giusta a te stesso e alla tua “appartenenza”. Giornalista-comunista o comunistagiornalista? Il falso dilemma, buono per i deboli di spirito, tu l’avevi risolto nell’unico modo possibile: nella coerenza e fedeltà alle tue idee. Nella coerenza e fedeltà anche ai tuoi «ideali della giovinezza». Lo hai dimostrato con la tua lunga vita di giornalista e di militante; hai dimostrato che si può. Si può essere liberi, di successo e «scomodi» - ci hai scritto sopra un libro, ricordi? - senza abdicare; senza abiure, senza pelosi pentimenti, senza rimpianti. Restando un compagno. E questo è molto, moltissimo (anche dati i tempi).
Con noi sei stato sei anni, sei anni belli, combattivi; e ogni giorno usciva una Liberazione bella forte, schierata,
“politicamente corretta” ma non conformista, non fotocopia, non corriva. Una Liberazione orgogliosa della memoria, della storia, del Partito: quel mondo a cui sentivi di appartenere e al quale non sei mai venuto meno. Grazie, i giovani, e i meno giovani, di questa redazione hanno tutti un buon motivo per dirtelo.
Lo ha scritto Rina Gagliardi, il 23 novembre 2008, il giorno “dopo”: «Ci sono persone, poche, la cui essenza confligge radicalmente con l’idea della morte. Sandro era una di queste.
Ora, nel vederlo immobile, imprigionato in un’assenza definitiva, non avverto solo un grande dolore, ma
un’assurdità». Sì. E però il tuo segno, sappilo, lo hai lasciato «anche qui». Hai lasciato «l’orgoglio di poter essere un giornale. Perfino un giornale competitivo. Perfino un giornale libero». Quindi, qui hai lasciato molto, caro direttore della gente...Quel 23 novembre 2008, ti abbiamo dedicato una copertina, e la grande foto, dal gran sorriso “vero”, diceva un sacco di te.
Sandro Curzi? «Ha fatto tutto: il bambino partigiano, il comunista, l’inventore di tv, il direttore, il sindacalista, la lotta politica, ha vissuto, vissuto, vissuto...». Lo ripetiamo oggi, «che bella vita, Sandro». Ciao.
La “tua” redazione
tratto da liberazione (22-11-09)

3 commenti:

Manu ha detto...

Spirito coraggioso e libero, coerentemente professionale, grande giornalista sostenitore del ruolo della Rai come servizio pubblico, difensore a oltranza dell'autonomia dell'informazione.. manchi...

Michele Conia ha detto...

Io ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente. Un grande uomo, un grande giornalista, uno di quelli che MANCANO VERAMENTE, manca in questi giorni, mancherà in futuro....ciao Sandro

PRC "P.CREAZZO" - KOLLETTIVO ONDA ROSSA ha detto...

nuovo record di visite, segno che il blog cresce e che c'è sempre piu' voglia di partecipazione, grazie a tutti i nostri lettori