Crediamo che l’adesione alla piattaforma ideale della “Giornata internazionale dello Studente” assuma oggi un significato ancora più importante alla luce di quanto avvenuto in questi ultimi due anni. Troppi colpi sono stati assestati all’istruzione pubblica, troppe risorse sono state sottratte alle scuole italiane, agli atenei, alla ricerca. Si è arrivati persino, nel disperato tentativo di fare cassa, a tagliare risorse e cattedre sul sostegno agli studenti con disabilità varie. Si è consumato, in sostanza, l’ennesimo saccheggio tremontiano, indorato dalle belle parole sulla meritocrazia che, come un ritornello vuoto e imparato a memoria, la ministra (speriamo ancora per poco) Maria Stella Gelmini continua a sbandierare ai quattro venti.
Ma di quale meritocrazia stiamo parlando?
L’italia è l’unica nazione in Europa che, di fronte alla crisi economica, anziché investire sulla ricerca e sulla formazione, invece la distrugge inquadrandola nella voce “sprechi” anzichè in quella “risorse”. Un paese che non investe su giovani e ricerca, su un’istruzione di qualità, è un paese senza futuro. Senza formazione non si esce dalla crisi economica. Senza formazione, senza ricerca, i migliori cervelli italiani e quelli della nostra terra, la Calabria, sono già pronti per un’ennesima dolorosa migrazione.

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