martedì 18 maggio 2010

COME "FECERO L'ITALIA" I RIVOLUZIONARI DELLA PIANA


150° ANNIVERSARIO DELL'UNITA' D'ITALIA

6 commenti:

Manu ha detto...

Ebbene si .. Forse sarebbe ora che qualcuno su, nel profondo Nord, imparasse a RI-leggersi almeno certe pagine di storia o ....forse meglio sarebbe dire " leggersi "???
Un bell'articolo

michele conia ha detto...

posso dire il mio pensiero controcorrente sull'argomento, io penso che c'è mai stata l'unità d'italia e che si è trattato in realtà di una occupazione...

Denise Conia ha detto...

Lontano.. lontanissimo il 1861 quando nacque il Regno d'Italia, dopo l'esito della seconda guerra di indipendenza e dopo i plebisciti degli altri territori conquistati.. quando quel 18 febbraio con la prima convocazione del Parlamento italiano e la successiva proclamazione del 17 marzo, Vittorio Emanuele II diveniva gloriosamente "primo re d'Italia". Ebbene si, sono trascorsi 150 anni.. Mazzini, Garibaldi, Cavour, grandi.. grandissimi nomi! Finalmente quei vecchi feudi, quelle Repubbliche chiamate tempo prima dai francesi "Repubbliche sorelle", o da Napoleone "Repubbliche giacobine", quei latifondi, così diversi, che componevano una penisola si UNIVANO! Nel 1896 Martino disse "Fatta l’Italia bisogna fare gli italiani". Si apriva un nuovo capitolo di storia, partito dall'avventura coloniale, come il corno d'Africa, per arrivare ad avere un ruolo mondiale, nelle terribili guerre: del 1815 acquisendo il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia, l'Istria ed alcuni territori del Friuli ancora irredenti e la città di Trieste, e del 1840, legato al ventennio fascista. La caduta del fascismo, la Repubblica di Salò e la RESISTENZA del 25 aprile.. tutti avvenimenti e date importanti.. Il 2 giugno del 1946 un referendum istituzionale sanciva la fine della monarchia, riconosceva il diritto di voto alle donne e la nascita della REPUBBLICA ITALIANA. A distanza di 150 anni, dopo i vari "eventi", chiamiamoli così, che l'Italia avrebbe vissuto da Paese unito, dopo le varie lotte, rivoluzioni per riuscire ad ottenere un' identita nazionale, mi sento di dire che l'unione è solamente sulla carta. E' inammissibile il fatto che nel 21° secolo il meridione debba ancora far fronte a dei problemi di arretratezza, venga poco considerato e soprattutto valorizzato. Scarsa informazione, poca sanità, poco lavoro. Eppure i meridionali non sono esenti dalle tasse, non hanno minori capacità rispetto a chi li definisce diversi. I giovani per realizzarsi devono fare le valigie, una madre di famiglia se deve subire un intervento chirurgico deve preoccuparsi non solo di questo, ma anche a chi lasciare i figli per un paio di MESI e vedere quanto costa un biglietto aereo per una clinica specializzata del Nord. UNITA'? Non sarò una donna vissuta.. certamente.. avrò sicuramente molto da imparare.. ma anche tanta voglia di cambiare! Con la speranza che vengano abbattuti tutti i muri dell'indifferenza e i giovani possano avere dei buoni esempi da imitare e affinchè l'essere contro non sia una moda, ma un sentire del cuore.

Manu ha detto...

La questione meridionale, il buon Crispi Francesco, che tanto si è studiato sui libri di scuola. l'assenza dello Stato al Sud, la volontà precisa e partecipe, sempre dello stesso Stato di latitare , per tenere in posizione di sudditanza un gran pezzo d'Italia. La questione meridionale dicevo, conseguenza dell'unità d'Italia: da questo malcontento vennero fuori alcuni fenomeni quali il brigantaggio, la mafia e l’emigrazione al nord Italia o all’estero.. A voi , oggi, sembra che sia cambiato davvero così tanto da allora'?

Denise Conia ha detto...
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Denise Conia ha detto...

Verba volant, scripta manent! Il punto cruciale è che a parole o su carta: l'Italia non cambia!! Sempre tutto uguale...