sabato 12 settembre 2009
ARRIVA A CINQUEFRONDI IL Festival Internazionale del Cinema Documentario - prima edizione
DA UN SUD ALL'ALTRO/MIGRAZIONI
A ottobre, avrà inizio la Prima Edizione del Festival del Cinema Documentario, un'importante iniziativa itinerante che si svolgerà in Calabria (a Reggio Calabria il 16-17-18 e a Cinquefrondi in provincia, il 23 e 24) e in Sicilia, a Messina (data da definire), per presentare i sette documentari provenienti dal circuito Edoc (Encuentros Del Otro Cine), festival diretto dalla Corporacion Cinememoria di Quito, Ecuador.
La città di Reggio Calabria è lieta di accogliere questo evento culturale come fondamentale occasione per promuovere il cinema documentario di qualità, di alto valore educativo e interesse sociale e per, ancora una volta, discutere e approfondire i temi proposti, talvolta rimossi dal dibattito sociale.
Il tema di questa prima edizione è quello dell'emigrazione: sette documentari, provenienti da diversi sud del mondo raccontano il senso del partire, dello sradicamento, dell'estraneità da un punto di vista tanto vicino al reale, all'umano, da descrivere la vita nella sua forma più pura, ovvero quella in cui si vive.
Storie intime e universali, senza tempo, si svolgono davanti alla macchina da presa, da sola unica testimone di una geografia umana perturbata, che ha perso il proprio quadro ambientale e la propria familiarità con il luogo d'origine e con il luogo d'arrivo: documentari che, ancor prima di rappresentare la realtà, se ne fanno partecipe.
L'oppressione della solitudine, in "Problemas Personales" di Rivera e Sarmiento, l'intimità dell'amore (o della sua assenza) in "Septiembres" di Bosch, la perseveranza e la tenacità degli uomini e delle donne protagonisti di queste storie, i loro atteggiamenti astuti o talvolta ingenui, in "Sin Papeles en Alemagna" di Estrella e Utzegui dove la solidità dei sogni, fin troppe volte, stride con un sistema sociale annichilente: ogni evento traccia il profilo di esperienze comuni, condivisibili e a noi familiari come un solo, unico linguaggio. Documentari come "Cayuco" (Maria Mirò), "Barcelona o la muerte" (Idrissa Guiro), "Made in L.A." (Almudena Carracedo), "La Separacion" (Samanta Yepez), comportano un'attitudine partecipe dello spettatore ma necessitano anche un certo distacco, che consente di cogliere gli eventi con una maggiore complessità e senza moralismi.
La forma del cinema documentario privilegia questo sguardo e la realtà che questo ha come referente non è quella spettacolarizzata dai media, piuttosto quella che gli stessi media, nel complesso quadro storico che stiamo attraversando, tendono a rimuovere: il puro desiderio, ovvero la tensione desiderante del vivere o del sopravvivere, dell'amare, del riconoscersi e del riconoscere una forma di vita, quella del migrante, che è testimonianza diretta della nostra memoria e del nostro tempo. Questa tensione accomuna tutti noi ed è questo che "da un sud all'altro" vuole raccontare.
A ottobre, avrà inizio la Prima Edizione del Festival del Cinema Documentario, un'importante iniziativa itinerante che si svolgerà in Calabria (a Reggio Calabria il 16-17-18 e a Cinquefrondi in provincia, il 23 e 24) e in Sicilia, a Messina (data da definire), per presentare i sette documentari provenienti dal circuito Edoc (Encuentros Del Otro Cine), festival diretto dalla Corporacion Cinememoria di Quito, Ecuador.
La città di Reggio Calabria è lieta di accogliere questo evento culturale come fondamentale occasione per promuovere il cinema documentario di qualità, di alto valore educativo e interesse sociale e per, ancora una volta, discutere e approfondire i temi proposti, talvolta rimossi dal dibattito sociale.
Il tema di questa prima edizione è quello dell'emigrazione: sette documentari, provenienti da diversi sud del mondo raccontano il senso del partire, dello sradicamento, dell'estraneità da un punto di vista tanto vicino al reale, all'umano, da descrivere la vita nella sua forma più pura, ovvero quella in cui si vive.
Storie intime e universali, senza tempo, si svolgono davanti alla macchina da presa, da sola unica testimone di una geografia umana perturbata, che ha perso il proprio quadro ambientale e la propria familiarità con il luogo d'origine e con il luogo d'arrivo: documentari che, ancor prima di rappresentare la realtà, se ne fanno partecipe.
L'oppressione della solitudine, in "Problemas Personales" di Rivera e Sarmiento, l'intimità dell'amore (o della sua assenza) in "Septiembres" di Bosch, la perseveranza e la tenacità degli uomini e delle donne protagonisti di queste storie, i loro atteggiamenti astuti o talvolta ingenui, in "Sin Papeles en Alemagna" di Estrella e Utzegui dove la solidità dei sogni, fin troppe volte, stride con un sistema sociale annichilente: ogni evento traccia il profilo di esperienze comuni, condivisibili e a noi familiari come un solo, unico linguaggio. Documentari come "Cayuco" (Maria Mirò), "Barcelona o la muerte" (Idrissa Guiro), "Made in L.A." (Almudena Carracedo), "La Separacion" (Samanta Yepez), comportano un'attitudine partecipe dello spettatore ma necessitano anche un certo distacco, che consente di cogliere gli eventi con una maggiore complessità e senza moralismi.
La forma del cinema documentario privilegia questo sguardo e la realtà che questo ha come referente non è quella spettacolarizzata dai media, piuttosto quella che gli stessi media, nel complesso quadro storico che stiamo attraversando, tendono a rimuovere: il puro desiderio, ovvero la tensione desiderante del vivere o del sopravvivere, dell'amare, del riconoscersi e del riconoscere una forma di vita, quella del migrante, che è testimonianza diretta della nostra memoria e del nostro tempo. Questa tensione accomuna tutti noi ed è questo che "da un sud all'altro" vuole raccontare.
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1 commento:
Inserite il link al sito ufficiale!!
http://www.festivaldelcinemadocumentario.org/
(aiutiamo i motori di ricerca!)
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