martedì 14 luglio 2009

QUESTO BLOG E' IN SCIOPERO

“Per la prima volta nella storia della Rete i blogger entrano in sciopero. Si tratta di un “rumoroso silenzio” contro il disegno di legge Alfano già approvato a larga maggioranza dalla Camera e ora in dirittura di arrivo al Senato. L’effetto concreto di questa legge sarà quello di imbavagliare la Rete, uno dei pochi spazi di libertà rimasti ai cittadini in un Paese come il nostro che vede una pesante concentrazione di testate, specialmente televisive, a vario titolo riconducibili al Presidente del Consiglio dei Ministri. Il cosiddetto obbligo di rettifica, pensato sessant’anni fa per la stampa, se imposto a tutti i blog (anche amatoriali) e con le pesanti sanzioni pecuniarie previste, metterebbe il bavaglio alle conversazioni on line e alla libera espressione in internet.
Aderisco convintamente allo sciopero dei blogger e sarò questo pomeriggio alle ore 19.00 in piazza Navona a Roma, dove in migliaia ci imbavaglieremo per denunciare questo ennesimo tentativo di restringimento delle libertà democratiche.
Aderisco alla manifestazione anche nella mia qualifica di giornalista e faccio mie le parole che l’Ordine dei Giornalisti ha espresso nel suo comunicato : ”Le disposizioni, rappresentano un oggettivo bavaglio per il mestiere del giornalista. La strada di rendere conto di quanto accade nel mondo (resa già difficile dal tempo che manca e dalle innumerevoli strumentalizzazioni che la accompagnano) si fa ancora più angusta e contorta. La previsione del carcere, la quantità di multe immaginate, il pesante coinvolgimento dell’editore e la possibilità poco chiara di dare conto di provvedimenti giudiziari solo ‘per riassunto’ finiranno per ridurre al lumicino le opportunità di conoscere le vicende giudiziarie che agitano questo nostro Paese. O, peggio, consentiranno abusi ed esagerazioni in esclusiva a chi non avrà il problema di saldare le penali in sospeso”

2 commenti:

Anonimo ha detto...

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione … tratto dall’articolo 21 della Costituzione Italiana”....

Detto questo, è passata mezzanotte, e ritorno a parlare. Ora posso persino dire, che la rivolta dei blog mi sembrava una puttanata, un’occasione persa per uno sciopero che poteva essere, al contrario, un’unica voce contro l’abominio del decreto alfano. Avremmo potuto, tutti noi blogger, scrivere in modo monotematico sull’argomento. Ma aderire a uno sciopero è sempre cosa buona e giusta.

Detto anche questo, dovrei riprendere a parlar di questa bella Italia, del mare e delle colline, del buon cibo e del buon vino, della moda, dell’arte e dei leghisti.

"Chi ama Gerenzano non vende e non affitta agli extracomunitari. Altrimenti avremo il paese invaso da stranieri e avremo sempre più paura a uscire di casa!"

Voi non sapete quanto mi costa, perché io sono davvero pacifista. A me piace il mondo colorato di neri e di gialli, di bianchi e di blu. Gay e lesbiche, trans, eterosessuali, mussulmani ed ebrei, persino i cattolici quando non provano a convertirmi. Guardo il mondo fatto di persone e mi chiedo, al massimo: “ma come fa a portare i capelli in ordine?” Quindi quando mi trovo davanti a un leghista, pur essendo contro la caccia, faccio brutti pensieri.

Che ne so? Al porto di Olbia o a Portotorres, istituirei un varco doganale, perché io Gerenzano sento di odiarlo proprio, e quindi mi immagino due energumeni pronti a gettarli a mare, i gerenzanesi che vengono a inquinare le nostre coste. Mi direte: “ma i gerenzanesi non sono tutti uguali.” E lo so, per questo fatico, a pensare … potremo optare per un’autocertificazione. Dichiaro di essere un gerenzanese sano. Al ché il capoposto risponderebbe: “Ajò! Benvenuto in Sardegna!” Gli altri a mare, o in seconda istanza a fare da badanti ai pastori negli ovili del Gennargentu.

E non è che ci sia molto da ridere, perché ho iniziato ricordando parte dell’articolo 21 della costituzione, e pensando ai legaioli, mi ricordo anche dell’articolo 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge,senza distinzione di sesso,di razza,di lingua,di religione,di opinioni politiche,di condizioni personali e sociali. E compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine sociale,che,limitano di fatto la libertà è l’uguaglianza dei cittadini , impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,economica e sociale del Paese”.

… Ma la Costituzione italiana, esiste ancora? Se la risposta è sì, allora ci sarebbe da chiedersi: “Com’è che è lecito per un babbeo leghista sindaco di un paese dimenticato da Dio e dagli uomini. ignorarla?”

Perché siamo in Italia!

Rita Pani (APOLIDE)

Anonimo ha detto...

Datemi il tempo di lasciar sopire lo scontro che il mio animo ha avuto – da sempre – con la natura. Datemi il tempo di sorbirmelo, come un buon bicchiere che dispiace veder finire. Domani tornerò all’urto della vita spicciola, quella fatta dagli uomini e la loro disumanità.

Guardo il mio cane accudire i gatti appena nati e penso a lei, Signor Presidente Napolitano, che firma le leggi razziali di un paese di uomini disumani, e solo dopo si dichiara quantomeno perplesso. Sono sicura che lei, un cane come il mio non lo ha avuto mai.

Mi dica Presidente, perché apporre il sigillo ad una legge che lei stesso ritiene irragionevole? Perché il popolo bue non avrebbe compreso? Perché la Costituzione ormai è carta da culo, un euro per quattro rotoli alla bancarella dei cinesi?

Mogli e buoi dei paesi tuoi … Quei due sono proprio come cane e gatto.

C’è chi la chiama saggezza popolare. Per me sono solo luoghi comuni, come le quattro stagioni che non esistono più. Se solo si potesse tornare al buon senso! Insegnare la convivenza (non l’amore, per carità).

Sono ormai vent’anni che ho a che fare con cani e poi con gatti, ed è sempre stato semplice. Imporre regole e legiferare. Il cane è in casa, e io arrivo con un gatto, lo poso sul divano, chiamo il cane e gli dico: “Lui/lei … si chiama … guai a te se gli fai del male, perché è piccolo.” Una carezza a uno e una all’altra. Una pappa a uno e uno all’altra. E vede, è già la seconda volta che mi ritrovo a spiegare al cane, che non deve sopperire alle mancanze delle mamme gatte – che loro sì facili come ministre – se ne potrebbero approfittare. E si crea la fratellanza, quella che induce la gatta a vivere le doglie del primo parto stando accoccolata accanto al cane, che diverso da lei per colore, stazza e razza, allunga la zampa per sfiorare quella di lei.

Cane e gatto! L’antitesi per antonomasia. Bianco e nero, non sono concetti conosciuti dagli animaletti umani di casa mia.

Vogliono raccontarci la favola del quarantennale della migrazione umana più importante della storia. Ci dicono che quarant’anni fa l’uomo andò migrante addirittura sulla luna, e noi siamo ancora qua, a impedire che una Maria sposi un Abdul, che una mia figlia possa andare a scuola con la figlia di Yo Chin.

Ha mai visto una rondine costruire un nido? Migrano le rondini, senza barconi e schiavisti. Migrano, e fanno casa, mattone dopo mattone. Vanno e vengono. Figliano.

… Lei era pure un compagno, Presidente. Si dolga almeno un po’, per aver perso l’occasione di migliorare la razza. Quella umana.

Rita Pani (APOLIDE